Il volume offre alla comunità scientifica uno studio organico, esaustivo e completo dei 191 frammenti ceramici rinvenuti nell'Ypogeio di Metone. Si tratta di esemplari unici, recanti iscrizioni, graffiti e marchi commerciali incisi, graffiti e, raramente, dipinti. I 191 frammenti, iscritti su anfore e altre tipologie vascolari, sono stati rinvenuti durante gli scavi condotti a partire dal 2003-04 nell'antica Metone in Pieria, secondo la tradizione la più antica colonia dei Greci di Eretria sulle coste settentrionali dell'Egeo. Il rinvenimento di Metone è unico per due motivazioni: innanzitutto, la maggior parte delle ceramiche è databile tra 730 e 700 a.C., un periodo di cui sopravvivono pochissimi esempi di scrittura greca; in secondo luogo, le ceramiche iscritte, graffite o dipinte, sono estremamente rare in Macedonia.
Il corpus dei frammenti di Metone è stato raccolto, pubblicato ed esaminato dal punto di vista epigrafico-testuale nel volume del 2012 curato da M. Bessios, Y. Tzifopoulos e A. Kotsonas, Mεθώνη Πιερίαϛ: Eπιγραφέϛ, Xαράγματα και Eμπoρικά Σύμβoλα στη Γεoμετρική και Aρχαϊκή Kεραμική από τo Yπόγειo τηϛ Mεθώνηϛ Πιερίαϛ στη Mακεδoνία (SEG 62, 2012, 424). Gli autori vi hanno incluso anche i segni incisi di piccola dimensione, sia alfabetici che non-alfabetici, questi ultimi di più complessa interpretazione, valorizzando così tutta la documentazione iscritta disponibile.
I contributi di questo volume invece, tramite un approccio interdisciplinare, evidente dalla suddivisione in tre differenti parti, si focalizzano su alcune tematiche specifiche e consentono di riflettere su: il contesto archeologico ed epigrafico di Metone (N. Kourou; A. Johnston; J. Méndez Dosuna); le notazioni numeriche nelle aree di influenza euboica (S. Verdan); gli 'alfabeti' di Metone e l'introduzione dell'alfabeto in Grecia (R. Janko; A. Panayotou-Triantaphyllopoulou); i 'dialetti' di Metone in relazione ai dialetti greci (F. Dell'Oro); l'alfabetizzazione e gli inizi letterari (N. Oikonomaki); il commercio della ceramica nel Mediterraneo e le prime anfore da trasporto greche (J.K. Papadopoulos); il commercio, il simposio e altri contesti per lo sviluppo della scrittura (M. Węcowski).
Nello specifico, l'eccezionale quantità e varietà dei tipi ceramici di Metone ha determinato l'esigenza di uno studio olistico, che considerasse unitamente testimonianze tipologiche ed epigrafiche e analisi petrografiche, di provenienza delle anfore, e dei residui organici ivi contenuti. Le indagini sul contesto archeologico hanno consentito di inquadrare i primi graffiti di Metone all'interno degli scambi commerciali e linguistici che coinvolsero Ciprioti, Fenici e gli altri popoli vicino-orientali a partire dal tardo IX secolo, con l'Egeo come centro nevralgico.
Riflettendo su questioni marcatamente linguistiche, i contributi hanno unanimemente sottolineato quanto le iscrizioni di Metone siano di fondamentale importanza per uno studio sulla diffusione della pratica scrittoria, letteraria e non, nel mondo mediterraneo e dell'alfabeto greco da Gabi e Gordio ad Eretria e Metone (Papadopoulos; Janko; Węcowski). Prendendo in considerazione le notazioni numeriche, queste praticamente non conoscono attestazioni nel mondo greco della prima età del Ferro, sebbene siano ipotizzabili diversi sistemi per indicare i numeri in questo arco cronologico. L'esistenza di un coerente sistema numerico è verificabile anche per il mondo euboico, che potrebbe presentare punti di contatto con quello etrusco. Le ricerche linguistiche e paleografiche condotte sui documenti epigrafici hanno consentito di individuare delle connessioni tra alfabeti epicorici greci e i corrispettivi fenici, etruschi e frigi, e tra l'alfabeto di Metone e quello di Eretria. Circa il dialetto, poi, sono state rilevate consonanze tra le colonie euboiche occidentali e Imera e gli altri dialetti greci. Particolare attenzione è stata posta dagli autori dei contributi al nome HAKEΣANΔPO, interpretato come 'healer of men' (Janko; Skelton) o 'shield of men' (Woodard), e al termine ΣXENI, forse l'unico esempio di sigma pleonastico prima di chi (Méndez Dosuna).
Per quanto concerne le dinamiche culturali, le analisi temporali, spaziali e materiali si sono proposte di considerare la produzione letteraria antica come un atto sociale ben definito, ma che presenta alcune specificità geografiche, e che dunque rappresenta da un lato un valore 'universale' e manifesta dall'altro peculiarità epicoriche. Ciò risulta evidente dalla scrittura ceramica, in quanto veicolo primo della pratica scrittoria e chiave di lettura della produzione, della fruizione e della percezione della scrittura stessa. Difatti le ceramiche, in quanto oggetti iscritti, non costituiscono solo un medium, ma connotano marcatamente il testo: l'esperienza letteraria diventa così fruibile anche a un pubblico non alfabetizzato. Non è infatti tanto il contenuto dell'iscrizione quanto l'iscrizione stessa che assume un valore notevole, in quanto la scrittura costituisce la novità principe del IX-VIII secolo. Il contesto riveste così un'importanza centrale nello sviluppo e nella diffusione del fenomeno scrittorio, con l'Eubea, le sue colonie e il simposio a giocare un ruolo rilevante.
Esaminando poi l'aspetto economico-sociale, lo studio ha evidenziato come, a partire dalla fine dell'VIII secolo, la polis di Metone, situata sulla sponda meridionale del delta del fiume Aliacmone, con il suo porto sicuro nel golfo Termaico, sia divenuta un centro commerciale di notevole rilevanza. Il titolo stesso del volume, Panhellenes at Methone, consente di riflettere sul carattere 'panellenico' della colonia eretriese, come testimoniato dalla provenienza varia delle ceramiche, dall'alfabeto e dal dialetto. Sulla natura 'panellenica' di Metone i contributi dello studio assumono posizioni diverse: se le indagini archeologiche evidenziano nella polis di Metone una stretta connessione tra popolazioni differenti (Kourou), dal punto di vista linguistico si riscontra una chiara uniformità tra gli alfabeti e i dialetti di Metone e quelli dell'Eubea e di Eretria (Méndez Dosuna; Janko; Panayotou-Triantaphyllopoulou). La discussione che ne nasce permette inoltre di analizzare il fenomeno della colonizzazione greca, considerando estesamente le coordinate cronologiche e geografiche.
Questa nuova testimonianza della ceramica iscritta di Metone è particolarmente rilevante per gli studi classici, offrendo una riflessione sull'importanza della documentazione scrittoria di una colonia della prima età del Ferro e dell'alto arcaismo egeo. Il considerevole apporto di nuovo materiale ha confermato molte interpretazioni precedenti, tra cui quelle circa la rilevanza delle iscrizioni conviviali nelle primissime fasi dell'alfabetizzazione greca. Il caso dei frammenti iscritti di Metone rappresenta un esempio di un buon contesto di scavo archeologico e di una varietà di esemplari studiabili che ha ricevuto una scrupolosa e dettagliata pubblicazione, elemento questo essenziale al fine di rintracciare fenomeni in gran parte inafferrabili quali ad esempio la prima notazione numerica. Il volume mostra un sapiente uso della documentazione letteraria ed è corredato da un ricco apparato figurativo, che unitamente agli indici - generale e locorum - e alla struttura di ciascun contributo - abstract iniziale e conclusioni riassuntive - rende lo studio estremamente fruibile.
Jenny Strauss Clay / Irad Malkin / Yannis Z. Tzifopoulos (eds.): Panhellenes at Methone. GraphĂȘ in Late Geometric and Protoarchaic Methone, Macedonia (ca 700 BCE) (= Trends in Classics - Supplementary Volumes; Vol. 44), Berlin: De Gruyter 2017, X + 377 S., ISBN 978-3-11-050127-8, EUR 119,95
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