Sabine Müller: Alexander der Große. Eroberungen - Politik - Rezeption (= Urban-Taschenbücher), Stuttgart: W. Kohlhammer 2019, 396 S., 1 Kt., 5 s/w-Abb., ISBN 978-3-17-031346-0, EUR 32,00
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Giustina Monti (ed.): Alexander the Great. Letters: A Selection, Liverpool: Liverpool University Press 2023
Gustav Adolf Lehmann: Alexander der Große und die "Freiheit der Hellenen". Studien zu der antiken historiographischen Überlieferung und den Inschriften der Alexander-Ära, Berlin: De Gruyter 2015
Jaakkojuhani Peltonen: Alexander the Great in the Roman Empire. 150 BC to AD 600, London / New York: Routledge 2019
Julian Degen: Alexander III. zwischen Ost und West. Indigene Traditionen und Herrschaftsinszenierung im makedonischen Weltimperum, Stuttgart: Franz Steiner Verlag 2022
Daniel W. Leon: Arrian the Historian. Writing the Greek Past in the Roman Empire, Austin: University of Texas Press 2021
Laurent Pernot: Alexandre le Grand, les risques du pouvoir. Textes philosophiques et rhétoriques, Paris: Les Belles Lettres 2013
Franca Landucci Gattinoni: Filippo re dei Macedoni, Bologna: il Mulino 2012
Gabriella Ottone (a cura di): Teopompo di Chio. Filippiche (Fozio, Biblioteca, cod. 176), con testo critico e introduzione a cura di Antonio Luis Chávez Reino, Tivoli (Roma): Edizioni Tored 2018
Sabine Müller: Das hellenistische Königspaar in der medialen Repräsentation. Ptolemaios II. und Arsinoe II., Berlin: De Gruyter 2009
Sabine Müller: Alexander, Makedonien und Persien, Berlin: trafo 2014
Frances Pownall / Sulochana R. Asirvatham / Sabine Müller (eds.): The Courts of Philip II and Alexander the Great. Monarchy and Power in Ancient Macedonia, Berlin: De Gruyter 2022
Sabine Müller, docente di Storia Antica presso l'Universität di Marburg, torna sulla figura e sulla spedizione di Alessandro Magno con un volume, in formato tascabile, rivolto tanto a specialisti quanto a semplici curiosi e amanti della storia antica. A ciò mirano la collocazione delle note alla fine del testo (237-336); la cronologia finale (337-340); un piccolo glossario (341-343); un elenco dei re argeadi (343-344).
La scientificità del lavoro si evince già guardando l'indice, che si apre - come è necessario per tutti i lavori su Alessandro Magno - con il problema delle fonti al quale la studiosa dedica una lunga sezione (11-32). La restante parte dello studio (34-212) presenta in forma diacronica la dinastia, la formazione, e, soprattutto, l'impresa di Alessandro Magno in Asia fino alla sua morte nel 323 a Babilonia. Si sofferma poi sulla 'fortuna' del personaggio nelle epoche successive (213-220) e, infine, su alcuni 'Miti' che ne hanno accompagnato vita e impresa (221-236). Chiudono il volume una corposa bibliografia (348-390), e gli indici di nomi, luoghi e cose notevoli (391-396).
Lo studio segue una linea di narrazione cronologica: dai primi re della dinastia argeade al regno di Filippo II, ad Alessandro e alla sua spedizione in Asia. Il racconto si snoda in forma chiara supportato sempre dalla citazione delle fonti e degli studi più aggiornati. Aiuta la lettura l'organizzazione in capitoli a loro volta divisi in brevi paragrafi.
Non è facile raccontare e ricostruire le tappe della spedizione di Alessandro, personaggio che, com'è ampiamente noto, ha attirato più di chiunque altro l'attenzione degli studiosi. 'Essere originali', 'scrivere qualcosa di nuovo' sul tema Alessandro risulta operazione davvero irrealizzabile. È infatti materialmente impossibile seguire e tenere conto sia di tutti gli studi che, quasi quotidianamente, vengono pubblicati, sia delle ipotesi che gli studiosi avanzano a getto continuo smontando, contraddicendo, ribaltando tesi che sembravano definitive, salvo poi riproporle a distanza di anni con pochi ritocchi: un groviglio di idee, un dedalo di spunti e novità vere o presunte che, se per un verso contribuisce a mantenere intatto il fascino di Alessandro Magno stimolando nuove ricerche, per un altro spiazza e disorienta. Da qui la necessità di nuovi lavori complessivi (è di settembre 2019 la monografia di Franca Landucci, Alessandro Magno, Salerno Editrice, Roma, ma va citato anche il recente lavoro di John Boardman, Alexander the Great: From his Death to the Present Day. Lawrenceville, Princeton University Press 2019) che, se rendono conto di problemi e ipotesi, non trascurano la narrazione dell'impresa, delle sue tappe, e soprattutto evidenziano e chiariscono il carattere (o i caratteri) del personaggio Alessandro: dalla sua infanzia, alla sua affermazione prima come re dei Macedoni, poi come sovrano d'Asia.
Detto questo, il lavoro di Sabine Müller, tra i massimi esperti di storia argeade, di Filippo II e, soprattutto, di Alessandro, può essere considerato non solo una narrazione delle vicende che videro protagonista il re macedone, ma anche un tentativo - invero lodevole - sia di agganciare alla storia militare fatta di battaglie, conquiste, vincitori e vinti, anche i legami matrimoniali e la composizione delle truppe; sia, soprattutto, di staccare fatti noti, unanimemente accettati come storici, sia pure con tutta una serie di distinguo, da episodi sulla cui autenticità da decenni si continua a discutere. Per rimarcarne la distanza Sabine Müller sceglie di collocarli in due sezioni: i primi sono narrati in un lunghissimo capitolo che occupa buona parte del volume (capitolo V, 79-212), gli altri nel capitolo VII dal titolo '(Forschung-)Mythen um Alexander', nel quale sono compresi il nodo di Gordio (333 a.C.), la consultazione dell'oracolo di Siwah (332 a.C.), l'episodio della Proskynesis (327 a.C.), il decreto relativo alla richiesta ai Greci di onori da dio (324 a.C.), la natura del rapporto tra Alessandro ed Efestione. Una divisione, questa, che, se non risolve tanti spinosissimi problemi dettati da tradizioni contorte che non permettono ricostruzioni e interpretazioni univoche, tuttavia ne dà conto e serve a rimarcare la distanza tra momenti 'certi' (o per lo meno accompagnati da dubbi minori), e momenti meno certi nei quali il fatto è offuscato dal mito, dalla sovrapposizione di notizie, da intenti celebrativi o denigratori.
In un volume, che si fa apprezzare per la capacità dell'Autrice di presentare i temi in modo sempre chiaro, ricostruire i fatti sulla base della tradizione superstite e degli studi più aggiornati, tenere conto delle diverse ipotesi senza che queste soffochino la narrazione con la loro sovrabbondanza, forse sarebbe stato utile spezzare il capitolo V, la cui lunghezza (oltre 130 pagine) contrasta con le restanti parti assai più snelle. Un dettaglio - questo - del tutto trascurabile in un lavoro attraverso il quale Sabine Müller, muovendosi agevolmente in una produzione scientifica sterminata, conduce lo studioso - così come il semplice appassionato - sul pianeta Alessandro: un 'labirinto' di letture, riletture, interpretazioni e re-interpretazioni nel quale non è difficile perdersi.
Giuseppe Squillace